NO. NI. Forse SI.

No TAV. No TAP. No VAX. No GRONDA . Il No è il ritornello di una canzone che non c’è e proprio perchè la canzone non c’è risulta il più gettonato degli ultimi tempi. In termini di voti questo ritornello oggi in Italia è il più ascoltato, il più canticchiato mentre ci si fa la barba o la doccia, il più applaudito quando a cantarlo nell’arena politica sono i nostri attuali tenori che al posto del Do di petto utilizzano il No di petto. Forse dopo la tragedia di Genova il No lascerà il posto al Ni perchè alla fine il ritornello, soprattutto quando non c’è la canzone a monte, non ha senso alcuno. Poi anche il Ni farà la stessa fine e così via fin quando non si cominceranno a scrivere canzoni a monte e in cui il ritornello possa avere un senso.

Domenico Modugno cantava : “penso che un sogno così non ritorni mai più” e poi il ritornello : ” volare oh oh “

La Riabilitazione di San Rocco.

Non avevo fatto in tempo a riproporre un mio vecchio intervento su San Rocco che vengo a sapere che quest’anno il Santo ha presentato un ricorso al Padre Eterno affinchè venisse riconosciuto, per i dipendenti dell’Ospedale di Dolo, un giorno di ferie per onorarlo degnamente in quanto Santo Patrono anche delle strutture che gravitano nel Comune di propria competenza. Dopo un ampio dibattito in seno al TAP ( acronimo di Tribunale Amministrativo Paradiso) si è deciso di restituire il giorno di ferie ai dipendenti del nostro nosocomio e di condannare l’allora D.G. dell’ASL 13 Gino Gumirato ad una penitenza da scontare con dieci Ave Maria, Dieci Paternostro e Dieci Pater Ave Gloria. Il disposto del TAP sembra che sia stato fatto per proteggere San Matteo da una possibile sua esclusione dal momento che la città di Mestre da cui dipendono gli ospedali di Dolo e Mirano avrebbe potuto pretendere che fosse il suo Patrono San Michele Arcangelo ad essere l’unico ad essere festeggiato.
Scongiurato questo pericolo, al contrario di quello che sta succedendo nel mondo del calcio di serie B e di serie C, rapidamente si è trovato il giusto equilibrio. Ogni Ospedale avrà il suo giorno di ferie per festeggiare adeguatamente il proprio Santo Patrono, ma con una postilla voluta dopo le assidue preghiere del Sindaco di Mirano che ha chiesto ed ottenuto che San Matteo, continuasse ad essere festeggiato il terzo lunedì del mese di settembre; come dire che quando cade di Domenica gli onori al Santo vengono spostati al Lunedì cosi guadagnando un giorno di ferie in più. Non è dato sapere se il Sindaco di Dolo impugnerà, con le sue Geremiadi, la sentenza pretendendo che anche per San Rocco succeda la stessa cosa. Intanto speriamo che sblocchino i calendari delle serie C. Io ancora tifo per il Catanzaro e per il suo Patrono. San Vitaliano, pensaci tu !

Per le tasse vince San Matteo. La peste non è più di moda.

Ora che la Sagra di San Rocco si ripropone sulla dormiente e sognante cittadina di Dolo riposto ” quod talia ” un mio articoletto del quattro aprile 2015 scritto su ” Dolo Svegliati “.

Ebbene si! Per un ospedale, sebbene bilocato, due Santi Patroni sono troppi. Fra Dolo e Mirano o meglio fra San Rocco e San Matteo ad avere la meglio è stato quest’ultimo. Così ha sentenziato la delibera della Direzione Generale dell’ASL 13 . La levata di scudi a Dolo , cittadina celebre per il suo umorismo e la sua satira, mi sembra esagerata perchè non coglie la sostanza del problema. San Rocco è un Santo sorpassato se si pensa che la peste ormai è stata debellata anche grazie alle medicine di ospedali non più al passo con i tempi. San Matteo invece, che era esattore delle tasse, è stato confermato ed è normale che gli si faccia festa con un giorno di ferie per tutti. Non è giusto cogliere un gesto di disattenzione da parte del Direttore Generale dell’ASL 13 anzi, il nostro Gino Gumirato dimostra se mai , di essere al passo con i tempi. Più umilmente osserviamo che i due Santi sono due patroni di due cittadine e non di due ospedali. Quello che però è preoccupante è il furto, come riporta il Gazzettino, della statuina di San’Antonio posta nella teca di via Mariutto a Mirano. Vuoi vedere che il Santo di Padova ha deciso,sua sponte, di sparire prima che qualcuno lo faccia fuori?

P.S. Da allora i dipendenti dei due ospedali festeggiano, con una giornata di ferie , solo San Matteo.

La fuga dei cervelli : da dove e per dove.

Chissà perché, guardando il programma di Piero Angela Super Quark a proposito della tecnica genica sulle cellule immunitarie che sta sconfiggendo la leucemia linfoblastica nei bambini, ho pensato ad una scatola. Si alla scatola cranica che contiene il nostro cervello. Per associazione ho poi pensato alla fuga dei cervelli all’estero ed estero è diventato, nella fantasia di chi scrive, esterno ed estraneo. La maggior parte dei cervelli è in fuga dalle scatole che li contenevano e perciò esposti ai più svariati traumi, mi son detto. La “commozione “cerebrale dovuta ad un trauma non è più un sentimento, ma una lesione a volte permanente della nostra materia grigia. Nel programma di Piero Angela, al posto dei tanti ricercatori ho immaginato Edward Jenner chino sui loro microscopi. I traumi di cui prima scrivevo oggi non sono altro che le folli invenzioni di molti politici che pensano di saperne di più degli scienziati e fanno affidamento proprio sui cervelli in fuga non all’estero, ma all’esterno delle scatole che li contenevano e li proteggevano. Non più protetto dalla testa il cervello migra nel vasto oceano delle falsità ed è così esposto a lesioni forse irreversibili. Super Quark sfumava con l’immagine di una testa, tutto compreso , china su un microscopio.

Bicicletta in emoticon = ( uguale) Gino Bartali.

Cicerone avrebbe detto ” o tempora o mores ” mi limito invece a dire o tempora . I tempi si sa cambiano, ma non per questo bisogna moraleggiare sui nuovi costumi.Sono figli del nostro tempo !

Oggi il ” Pinocchio ” di Collodi viene tradotto integralmente in Emoji ed è il primo testo letterario guarda caso dedicato ai bambini delle elementari. L’obiettivo è quello di creare una grammatica delle immagini; dunque non saranno più le parole ad essere tradotte in immagini, ma saranno queste ultime ad essere tradotte in parole ed emozioni. Possiamo allora dire che è la stessa cosa ? Cioè che cambiando l’ordine degli addendi il risultato non cambia ? Quello che mi sento di dire è che stiamo assistendo ad una commutazione genetica proprio secondo le regole della proprietà commutativa matematica. Non so se sia un bene, ma ne prendo atto e andrò a comprare il nuovo Pinocchio quanto prima. Certo non avrò più bisogno del Devoto-Oli o della Treccani, ma di un immaginabolario che sicuramente comparirà a breve sui banchi delle scuole elementari. Staremo a vedere!
Nel frattempo ho comprato un bellissimo pianoforte a semicoda e studio quel linguaggio universale che è la musica. Ho paura di perdere tempo, se domani, al posto delle note, dei tempi, dei rivolti, degli accordi, delle sincopi mi ritroverò gli spartiti in Emoy. In fondo aveva ragione Gino Bartali quando diceva :” L’è tutto sbagliato, l’è tutto da rifare”. Noi anziani avremo il tempo del l’è tutto da rifare?

La nuova vanvera : lo slogan.

” Non usavan i vecchi nostri far le cose a vanvera ” con questa frase Alessandro Allegri, sul vocabolario della Crusca, spiega l’utilizzo del termine ” vanvera ” che significa parlare a caso, all’aria.

Le vanvere erano strumenti per lo più in pelle e di diversa foggia che si ponevano di fronte l’orifizio di uscita delle flatulenze ed avevano lo scopo di convogliare i gas di scarico in appositi palloncini che poi gli aristocratici del tempo sgonfiavano all’aria aperta. A Venezia nelle calli.
Oggi con i pantaloni e le gonne strette in vita non è più possibile usare tali strumenti alquanto ingombranti e d’altra parte è mutata anche la sede dello scarico dei gas.
Oggi soprattutto , sono molti i politici che eliminano i gas in eccesso dalla bocca inquinando l’aria che il povero cittadino respira. La Scienza della Comunicazione viene loro incontro fornendo gli slogan adeguati per le loro battaglie politiche.Lo slogan oggi ha sostituito la vecchia vanvera . Lo slogan è volatile come il gas di scarico e nel suo passaggio dalla bocca all’aria sparge profumo e nasconde la puzza.