Tessera inquinata

Assistiamo a continui sforamenti del PM10 non tenendo conto di quelli che sono i dati scientifici. L’analisi di una ricerca durata tredici anni in nove paesi europei è allarmante : ogni dieci microgrammi di PM10 in più per metro quadro fanno aumentare il rischio di tumore al polmone di circa il 22%. percentuale che sale al 51% per un particolare tipo di cancro, l’adenocarcinoma, che colpisce i polmoni anche in un significativo numero di non fumatori. Ora non si pretende, visto che l’aria non è recintabile di azzerare i particolati, ma almeno di ridurli di dieci microgrammi  per metro cubo oltre il valore limite. Ciò basterebbe a ridurre l’incidenza di patologie serie sia per l’apparato polmonare che per quello cardiocircolatorio. Parole al vento se almeno ci fosse! In pianura Padana manca appunto il vento.

Sull’altro versante, quello delle intenzioni, le cose non stanno meglio per quanto riguarda la CO2. Il consumo di territorio è ormai una emergenza se si considera che un ettaro di terreno agricolo assorbe oltre due tonnellate annue di anidride carbonica e produce una tonnellata annua di ossigeno. Come si può pretendere allora di portare il valore della CO2 al 21% come stabilito dal PAES se si ha in mente un depauperamento di terreno con la cementificazione selvaggia nel nostro territorio?   La sensibilizzazione su problemi riguardanti la nostra salute finora non ci pare essere stata fra le questioni prioritarie. Siamo d’accordo con  Serenella Bettin che sulla Nuova Venezia alla fine del suo articolo” Una raccolta fondi  per misurare lo smog” scrive: ”far sì che i cittadini siano un po’ più consapevoli del territorio e siano un po’ più attivi, anche con piccoli gesti, ma che vanno a favore dell’intera comunità cui appartengono.” A Mirano i cittadini intanto si attivano per acquistare a proprie spese un misuratore di polveri sottili . A Dolo invece dove le centraline per la rilevazione dei particolati erano già installate anche a scopo educativo, sono state tolte dall’attuale Giunta con l’inspiegabile silenzio anche di Lega Ambiente.

Dispiace di aver contribuito nel mio piccolo a far vincere la lista degli attuali Amministratori. Me ne sono rammaricato e non ho più rinnovato la tessera, anch’essa inquinata.

Analfabetismo culturale di ritorno. Si può evitare?

 

Gran bella scuola il Liceo Classico, almeno ai miei tempi e cioè cinquantasette anni fa. Internet allora non si poteva neanche prevedere che potesse diventare uno strumento di conoscenza e di approfondimento, almeno ad averlo saputo correttamente usare. In compenso la maggior parte degli aforismi, delle massime delle frasi celebri che oggi imperversano sul blog personale  o su facebook, in quei famosi tempi eravamo abituati ad estrapolarli dall’intera lettura dei testi dove erano contenuti. I più gettonati sono i detti dei poeti latini e greci oltre a quelli dei filosofi da Platone in poi ed è qui che mi sorge un dubbio. Chi cita per esempio la frase “ Non ubbidisco dentro me a nessuno, salvo che alla ragione “ ha mai letto interamente il Critone? Oppure ha semplicemente digitato sul proprio computer la parola ragione? Se fosse vera la seconda ipotesi allora lo scrivano moderno non avrebbe fatto niente altro che appiccicare un francobollo su una busta vuota di contenuto. Voglio sperare che non sia così, ma se così fosse mi e vi auguro che davanti ad una frase celebre o a un titolo di un libro o ad un aforisma sconosciuto si faccia un percorso inverso e cioè si vada alla fonte a bere un po’ di acqua prima di affrontare un percorso che sicuramente lo arricchirà. Così come Sisifo che fa prima un percorso e poi l’inverso dando cosi un senso all’assurdo. A proposito, tanto per incominciare l’incamminamento, assurdo da dove deriva? Ecco che l’etimologia della parola ci aiuta, significa semplicemente dissonante e deriva da absurdu(m) ed è vero anche, che ci siamo incasinati perché poi inevitabilmente dobbiamo andare a leggere o rileggere Camus, Sartre, Deleuze ed altri. In fondo avevano ragione Eduardo e Carmelo Bene che affermavano che come a teatro bisogna complicarsi la vita.

A noi importa leggere abbastanza per non ripiombare in un analfabetismo culturale di ritorno.