Zaia e l’ostracismo

E’ importante che si impari fin dalla scuola che ” democrazia ” , a partire dalla democrazia ateniese , è il nome tradizionale che si dà a una costituzione che deve impedire una dittatura , una tyrannis. La democrazia ateniese, almeno con Pericle e Tucidide non era tanto una sovranità del popolo quanto un tentativo di evitare ad ogni costo la tirannia, tirannia che fu abolita dopo meno di cent’anni. Il prezzo da pagare era quello dell’ostracismo che spesso è stato male inteso e per mezzo del quale ogni cittadino, quando diventava troppo popolare, poteva e doveva essere allontanato, proprio per la sua popolarità. In tal modo furono esiliati i più esperti uomini di Stato come Aristide e Temistocle. Karl Popper questo ci insegna che la funzione dell’ostracismo era appunto di impedire l’ascesa di un dittatore populista. L’ostracismo è democratico quando impedisce ,ai giorni nostri ,che un governatore di regione duri al potere più di due mandati. Se ne faccia una ragione Zaia perchè sul coccio di creta c’è scritto anche il suo nome. Ma non finirà cosi perchè per lui ci sarà un’ascesa ancora più grande.

Tu pagare prima moneta e poi vedere grande cammello.

“Pagare moneta per vedere grande cammello” Questa fu la frase di un cammelliere tunisino dopo che i suoi colleghi erano più volte stati imbrogliati dalle troupe cinematografiche italiane che per non pagare l’utilizzo dell’animale a fine film, la sera prima si dileguavano. A Dolo, paese dormiente della Riviera del Brenta , per far vedere il grande cammello la Giunta comunale ha ignorato non solo un’antica delibera locale, ma anche la volontà del Governo Draghi con Ministro Franceschini ,di abolire l’utilizzo degli animali negli spettacoli circensi. In pratica non ha pagato, come ai vecchi tempi, alcuna “moneta” a chi ha proposto e deliberato il divieto. A fine film non si è data alcuna “spiegazione”.

Resipiscenza

Ho proposto insieme all’ex Sindaco di Dolo Bertolin e all’ex Assessore D’Agostino il cambio di nome della scuola media Reginaldo Giuliani la cui storia non conoscevo , ma che su sollecitazione di una nostra cittadina che invece delle intitolazioni pensava alle “dis-intitolazioni “ alludendo alla scuola media Giuliani sono andato, a differenza di tanti non pensionati che credono di sapere tutto,  a documentarmi. Ebbene ora molti conoscono una storia che prima non conoscevano. E allora ? La maggior parte della pubblica opinione  dolese si è espressa come io immaginavo e cioè con indolenza, superficialità  e soprattutto con la più assoluta mancanza di resipiscenza di un fatto che grida vendetta. Non avevo dubbi sul pecorame che mi circonda e di cui non sento la necessità di rispondere neanche a chi definisce i pensionati cretini e in cerca di gloria.

Soldi privati e soldi pubblici

In attesa dell’intervento di Enrico Letta alla festa dell’Unità si è disinfestato  – mi dicono con soldi privati- l’area della piazzetta Aldo Moro dove oltre ad Enrico Letta sarebbero intervenuti successivamente altri candidati della sinistra. Cosa buonissima e lodevolissima. Fra gli organizzatori delle tre serate annotiamo il Sindaco che  fa anche  da moderatore sulla pandemia e sanità, il Vicesindaco e due assessori del Comune di Dolo. Ho fotografato la scena della disinfestazione  a futura memoria e non ho potuto di fare a meno di fare osservare all’Assessora ai servizi sociali, che mi ha avvicinato, la mancata disinfestazione straordinaria delle siepi e delle rive del Comune che loro amministrano a fronte anche del notevole aumento dei casi di West Nile nel nostro territorio. Per loro evidentemente era più importante proteggere dalle puntura delle zanzare i candidati alle elezioni che proteggere con puntuale opera di prevenzione i comuni mortali cittadini che loro amministrano. Poi il Sindaco va a moderare argomenti di Sanità e Prevenzione.

INOSPITALE

Sono andato in pensione sette anni fa dopo quasi quarant’anni di servizio come medico ospedaliero nel reparto di Pneumologia dell’ospedale di Dolo. Nel 2o15 l’ospedale già stava cambiando volto per mano del potere politico regionale che per risanare i debiti dell’ospedale di Mestre agiva sui due ospedali satelliti Dolo-Mirano che dovevano provvedere , in termini di drastica riduzione dl personale medico e paramedico, di abolizione di servizi ( anatomia patologica, centro trasfusionale, laboratorii , guardia cardiologia notturna) non dico a risanare i debiti , ma quanto meno a diminuirli. L’operazione geo-sanitaria non è riuscita nell’intento, ma ha peggiorato la situazione. Di chi la colpa dello sfascio della Sanità in Riviera del Brenta e e nel Miranese,che conta più di trecentomila abitanti? Del potere politico della Zaiastan ho già detto, poi c’ è quella degli esecutori e cioè i Direttori Generali che vengono premiati a piene mani quando non sanno coniugare efficenza con risparmio . Poi ancora ci sono i Sindaci che in questi anni hanno dormito così profondamente da non accorgersi della rapina che veniva perpetrata nel proprio territorio e non sapevano o non volevano sapere, nello specifico del caso di Dolo, che le schede ospedaliere de 2019 non potevano essere attuate per mancanza di spazi . Con un ossimoro si potrebbe dire che siamo stati circondati da un silenzio assordante e da una indolenza civica che grida vendetta. Un primario valentissimo di ortopedia come il Dott, Esopi oggi è costretto a dimettersi per mancanza di personale e di attenzione da parte di chi gestisce il territorio. Fatto gravissimo ! Dolo sarà anche città gentile, ma con un ospedale inospitale.

Doverosa Risposta

In merito all’articolo apparso sulla Nuova Venezia in cui il Sindaco Naletto e il suo Vicesindaco Bellomo fanno dichiarazioni contro chi li ha contestati e chiesto chiarimenti sull’intitolazione della pista ciclabile allo scomparso Sindaco Albero Polo , essendo stato chiamato in causa, così ho risposto al cronista della Nuova Venezia che ancora non ha pubblicato quanto da me trasmesso :” Hanno prima strombazzato mediante i quotidiani locali sull’intitolazione della pista ciclabile di Sambruson allo scomparso Sindaco Alberto Polo , per poi affermare, prendendo per i fondelli i cittadini dolesi, che era per un semplice ricordo, una testimonianza dovuta. Il termine intitolazione ha un significato ben preciso che il Sindaco Naletto, il suo Vice e la Giunta mi sembra non conoscano. Suggerisco mestamente di andare a consultare un vocabolario di lingua italiana. Senza addentrarmi in tecnicismi che dovrebbero ben conoscere rilevo che quanto dichiarato ,appare ai miei occhi, molto misero. Asseriscono i due che ci sarebbe da parte di chi contesta l’atto ” un accanimento incomprensibile che francamente con la politica e l’amministrazione non ha nulla da vedere. Chiaro? “

Chiaro un corno cari Amministratori. Le regole e le leggi vanno rispettate e le parole, quando usate dalle Istituzioni vanno soppesate onde non creare fraintendimenti e confusione nei cittadini. L’eredità lasciata dallo scomparso Sindaco Polo non mi sembra sia stata valorizzata in quanto al rispetto di regole e leggi di cui era un fiero sostenitore. Non si onora la memoria di Alberto Polo con le finzioni e le messe in scena.”

Il mare color di vino.

“ Pleòn epi oinopa ponton ep’allothroous anthròpous”

“ Ah, Dedalus, i Greci. Ti devo erudire. Li devi leggere dall’originale. Thalatta ! Thalatta ! E’ la nostra grande madre. Vieni a vedere.” 

A Fiesso sono ricomparse le lucciole.

E comunque è stata una bella battaglia la nostra. La lista civica per Fiesso ha portato un po’ di luce in un paese dove l’oscurantismo della destra ha vinto , ma non predominato. Tanto è ancora il buio da dissipare  in un paese reso anonimo e ridotto a dormitorio da una classe politica che non ha guardato oltre il proprio naso. I primi semi sono stati sparsi e ci vorrà un po’ di tempo, ma alla fine sarà questa pioggia salvifica  che farà crescere le piante. Non più Dolo svegliati, che già si è svegliata, ma Fiesso rialzati e cammina perchè l’effetto anestetico passerà presto. Noi ti abbiamo tracciato la strada con lucciole luminose.

Parrocchia, amore mio.

Spesso nel periodo delle elezioni amministrative nei piccoli paesi , prevalentemente del Veneto, ci si dà molto da fare per abbellire, rimodernandolo, lo spazio antistante il sagrato delle Chiese. Opera senz’altro meritoria molto gradita dai parroci e da parrocchiani che sappiamo essere un ricco bacino di voti. Alcune amministrazioni , prevalentemente di destra e memori del detto che è più facile per un cammello entrare attraverso la cruna di un ago che per un ricco nel regno dei cieli preferiscono allargare la strada di accesso al sagrato altre, prevalentemente di sinistra, preferiscono restringerla. Ancora nessuna Amministrazione Comunale ha avuto l’idea di costruire una pista ciclabile che passando per li sagrato attraversi l’interno della chiesa fino all’altare maggiore, dove il ciclista un volta rifocillatosi, possa intraprendere la via lastricata di buone intenzioni che porta direttamente in paradiso.