Pontificare stanca

Non so se in tutto il mondo, ma in Italia e dunque anche a Dolo esiste il mal vezzo che chi incessantemente pontifica frasi di buon senso ( magari sapendo cosa è il buon senso) la prima volta viene a sua volta pontificato, la seconda un po’ di meno e la terza viene mandato a quel paese nel migliore dei casi. Pontificare stanca, così come stanca chi volendo suscitare interesse per la propria condizione umana incessantemente mostra la propria nobiltà o la propria miseria. “ Così per esempio avviene che un uomo, che veda un altro uomo fermo all’angolo di una strada con un moncherino al braccio, la prima volta resti così turbato da dargli senz’altro dieci penny; ma la seconda volta gli dà soltanto cinque penny, e se lo vede la terza volta, lo consegna tranquillamente alla polizia. Lo stesso accade con le risorse di ordine morale……..Nella Bibbia vi sono quattro o cinque massime capaci di toccare il cuore; ma, quando se n’è cavata tutta l’efficacia, si è subito alla fame……Bisogna sempre offrire qualcosa di nuovo, bisogna continuare a spremerlo dalla Bibbia; ma quanto potrà ancora durare? “ Il  virgolettato si riferisce a Bertolt Brecht nell’Opera da tre soldi che mi ha dato una mano per esprimere ciò che “non più di due volte” penso .

Ci stanchiamo di tutti e di tutto, delle cose buone e giuste soprattutto, se ripetute più di tre volte. Sempre a sapere qual’è il buono e quale il giusto. Io non so come i cinesi riescano a mangiare riso tutti i giorni, a noi occidentali non succederebbe mai; si scatenerebbe una reazione di intolleranza naturale del nostro organismo. Siamo fatti cosi! Pontificare ogni tanto senza rompere può essere una buona idea , l’altra è variare ogni tanto il menù personale. Renzi ed altri docent.

Terzo ed ultimo atto.

In questi giorni ognuno dice la Sua sulla sconfitta de PD alle recenti elezioni politiche. A noi non interessa contribuire ad alimentare un “opinionismo” che ormai è diventato il pane quotidiano servito sul tavolo ai soli professionisti della comunicazione. A noi piace soffermarci su un altro tavolo da pranzo ed è quello che si apre ogni volta che c’è una sconfitta elettorale, il tavolo che i politici aprono per discutere sul perché della sconfitta. Molti sono i tavoli che in passato sono stati aperti e chiusi senza aver potuto mangiare se non la frutta. Che il termine “ siamo alla frutta” si riferisca a questo? Ecco la tavola è imbandita e ciascun commensale  non di opinioni, perché quelle spettano ad altri, ma di certezze dovrà parlare.

Terzo ed Ultimo Atto

In primo piano al centro della scena un lunghissimo tavolo che stride con le  poche sedie dove sono accomodati tre commensali. Molte sedie vuote davanti al tavolo. Sul tavolo frutta di tutte le stagioni.

Parla il primo commensale che ha in mano un piccolo grappolo di uva da cui sottrae un acino durante ogni pausa del discorso.

Primo commensale : colleghi spero si sia chiarita  la vera ragione della nostra sconfitta ,la verità è che fino ad ora ci siamo parlati, si cari colleghi ci siamo parlati addosso perchè noi in effetti non siamo mai stati interessati agli  altri se non nel momento di chiedere i voti . Abbiamo considerato il popolo come minorenne e dunque incapace di intendere e volere. Come minorenni abbiamo anche considerato i compagni  e i non compagni che pur pieni di idee e di entusiasmo ed aggiungo di buon senso ( piccola pausa ed acino in bocca) abbiamo allontanato giacchè  francamente a noi dà fastidio chi ci fa ombra. Noi, solo noi dovevamo essere gli eletti! ( piccola pausa ed acino di uva in bocca) Dicevo solo noi dovevamo essere gli eletti e i prediletti aggiungo. Vero è che i tempi sono cambiati, ma una cosa non è cambiata  purtroppo ( piccola pausa ed acino di uva in bocca) dicevo che se non si condivide il pane con tutto il popolo  la parola compagno è pura astrazione.(Pausa e  intero grappolo di uva in bocca).

Ho finito.

Applausi degli altri commensali

Parla il secondo commensale che ha in mano delle ciliegie molto rosse che mangia durante le pause sputando il nocciolo verso le sedie vuote.

Secondo commensale :  come non dare ragione all’esimio collega che ha testè parlato? Si, ha ragione, ma solo in parte. Non ha fatto cenno che nel nostro DNA c’è ancora del tribale cannibalismo ed una innata invidia l’uno dell’altro. (piccola pausa ,mangia una ciliegia e sputa il nocciolo verso le sedie vuote ). Dicevo invidia e cannibalismo ed è per la carne  ingurgitata  della nostra stessa specie che oggi  ci dobbiamo accontentare della frutta. Pentiamoci compagni. ( pausa, ciliegia in bocca e sputo del nocciolo verso le sedie vuote)

Terzo commensale : Compagni il fatto è che abbiamo abbandonato le periferie (piccola pausa, afferra una banana e la sbuccia tenendola in mano vicino alla bocca a mò di microfono) e mi riferisco non solo alle periferie delle città, ma a quelle della vita dove oggi cresce lo scontento e la sfiducia. Oggi ne paghiamo le conseguenze. Sono le periferie che ci hanno negato la vittoria e dunque,  lasciamo le piazze e andiamo nelle periferie, nei vicoli a predicare giustizia e pane per tutti. Anche nei vicoletti se occorre.

Primo e secondo commensale: ma quali vicoli e periferie se sono state già occupate dalle forze nemiche!

Entra in scena un facchino che comincia a portare via le sedie vuote con notevole incredulità e stupore dei commensali.

Terzo commensale ( sempre con il micofono-banana vicino alla bocca.  ) .  Chi è Lei  e   cosa sta facendo?

Facchino:   sono stato assunto dalla nuova agenzia di collocamento 5 stelle,  mi è stato detto di portare vie le sedie, anche le vostre se avete la compiacenza di lasciarle libere.  In quanto a te fai in fretta a mangiare quella banana

Sipario

La commedia finisce qui con i suoi tre atti, nei primi due non rappresentati è stata detta la verità anch’essa non rappresentabile.