Vero. Verissimo.

Esiste la verità assoluta? Si direbbe che la morte è l’unica verità assoluta, ma la morte è la più vuota delle immagini giacchè quando c’è lei non c’è più il nostro pensiero e cioè la nostra coscienza. Allora diremo che la verità assoluta è la morte come ” verbum agentis ” e cioè quel morire che continuamente sperimentiamo ogni giorno su noi stessi e sugli altri. L’unica verità che mette tutti d’accordo è dunque il morire? Su questo tema c’è un ampio dibattito filosofico, ma non è questa la sede per ragionarci. Mi rifaccio allora alla letteratura ed in particolare al ” Così è se vi pare ” del nostro Luigi Pirandello che in pratica mette in scena non la verità assoluta , ma quella relativa, che varia nel tempo e nelle circostanze. Alla fine della commedia la signora Frola dirà ” io sono colei che mi si crede”. Il ” se vi pare ” allora diventa un fatto di comodo che deve soddisfare le nostre credenze. i nostri pregiudizi,i nostri mal di pancia,le nostre storture mentali. Mai a tendere verso il vero con la dialettica e mai a riconoscere in questa anche la sua ambiguità. Il vero non ha comparativi e superlativi; dire che una cosa è verissima è affermare che il suo sostantivo non era ancora il vero. Il messaggio che la filosofia in primis ci invia è quello di ragionare e non quello di farci abbindolare da chi tecnologicamente pensa di avere in mano i nostri cervelli offrendoli ai demagoghi di turno.