Veneto City : Crisafi era anche lui in maggioranza

A proposito di Veneto City ripubblichiamo la dichiarazione del Consigliere Comunale Crisafi che all’epoca dei fatti era Assessore all’Ambiente. Perchè al Padano fa comodo sempre pubblicare la dichiarazione dell’allora Assessore Ascari? Crisafi era in maggioranza o no?

 

Soddisfazione per questo documento unitario  che restituisce al Consiglio Comunale l’ultima parola in relazione a Veneto City e all’ambiente che lo circonda. A questo documento ha contribuito anche la nostra forza politica che, se considerata zavorra a livello di partito democratico nazionale, a livello locale è stata valutata e valorizzata come forza  non demagogica non oscurantista ,ma costruttiva nei termini in cui deve esercitarsi la  giusta critica ed in relazione anche alla responsabilità dell’Amministrare. Questo documento così concepito non rappresenta una  fuga in avanti-e per questo ci convince- ma vuole mettere con le spalle al muro Regione e Provincia. Poi lo ripeto ognuno di noi potrà esprimere un giudizio finale che per forza di cose sarà un giudizio etico.. L’etica dell’ambiente non è una disciplina accademica come qualcuno può pensare.(mi soffermo un attimo su questo argomento visto che nell’ultimo Consiglio qualcuno non ha colto il senso di questa mia affermazione) I problemi che l’etica dell’ambiente si pone sono quelli di una società e di un mondo sostenibile. Per questo, il suo compito è sottoporre a un’analisi critica i modelli teorici e gli stili di vita che ci vengono proposti. Ciò si può fare in molti modi. Il primo è affermare che l’essere umano non è l’unico depositario di un valore morale, ma che questo valore può essere egualmente riconosciuto a tutto ciò che esiste in natura, sia esso una pianta, un animale o un paesaggio.. Alla base di questo nuovo paradigma interpretativo sta la lezione dell’ecologia, “la scienza comprensiva delle relazioni tra l’organismo e l’ambiente”: gli individui (umani e non umani) isolati dall’ambiente sono una pura astrazione, esattamente come lo sono i singoli esseri umani isolati dalla società. Guardare in un’ottica non predatoria la natura significa fronteggiare le contraddizioni sociali,economiche e politiche. Ecco perchè parlo di giudizio etico.

Stante  così le cose  però un’ anticipazione di giudizio che ancora non è quello finale fa fatta. La Riviera del Brenta e Dolo in particolare non hanno una personalità tale da sopravvivere ad un eventuale Veneto City. Si parla tanto di mala sanità ma non ho mai sentito parlare di male ingegneria di mala architettura di mala urbanizzazione eppure in questi anni anzicchè ad una personalizzazione abbiamo assistito ad una depersonalizzazione di zone che avrebbero dovuto avere vocazioni diverse. Basti vedere cosa è Cazzago di Pianiga, un insieme di palazzoni già divorziati dall’ambiente in cui sono posti. Mala ingegneria, mala urbanizzazione mala redazione di piani regolatori. Un paese finto .E cosa dire dell’impianto edificatorio posto vicino all’ex macello? Uno dei posti più belli di Dolo e direi dell’intera Riviera del Brenta. Qual’’è il legame che unisce l’edificato alla storia, al paesaggio? La zona vacanziera dei Dogi è stata trasformata in ibrido che vorrebbe avere velleità di città ma che non ha saputo conquistarne le caratteristiche. Accanto a questo aspetto c’è poi quello commerciale. Quale rinnovamento c’è stato a fronte di una crescita  qualitativa della domanda? A Dolo per esempio c’è un’unica libreria ma non trovi mai il libro che vorresti avere, per cui devi andare a Mestre o a Padova oppure lo devi ordinare ed aspettare un mese se ti va bene. La stessa cosa se vuoi uno spartito musicale , se vuoi una cosa diversa dal solito devi emigrare. A parte qualche commerciante intelligente che ha saputo organizzarsi c’e il vuoto assoluto. Si cerca di rianimare   questo malato con inziative che però alla fine non sono strutturali e pertanto non servono ma sono palliativi che ne prolungano l’agonia. Quello che voglio dire che se Dolo  e l’intera Riviera del Brenta fossero cresciute come deve crescere una armoniosa cittadina avrebbe anche potuto sopportare la realizzazione di Veneto City ,perchè avrebbe contro-offerto per esempio la creazione ( è nel libro dei sogni di questo assessorato)di un grandissimo parco, di una viabilità diversa ,di una economia diversa,di un modo di pensare diverso; avrebbe contro offerto in altri  termini la garanzia della vivibilità-nonostante Veneto City, che attualmente non riusciamo francamente a vedere. Siamo pronti a rivedere questo giudizio qualora le condizioni poste venissero realizzate. Cominciamo invece a creare i presupposti di una città futura  senza essere più distratti da problematiche che non sono affatto urgenti.         Dolo 21/2/08

Vincenzo Crisafi

E’ chiaro che il parco desiderato non era da intendersi a Veneto City . La precisazione è doverosa  per quelli che  non conoscono la sintassi.